Print Page

Volume 8 (2002) No. 1

Jeffrey Kurtzman and Linda Maria Koldau

Trombe, Trombe d'argento, Trombe squarciate, Tromboni, and Pifferi in Venetian Processions and Ceremonies of the Sixteenth and Seventeenth Centuries

Document 14: Excerpts from extensive description of a procession celebrating the signing of a peace treaty, October 20, 1511.  From Marino Sanuto, I Diarii, 13, cols. 131–32, 134, 141–42, 144.

Col. 131–32:

In chiexia veramente di San Marco era conzato benissimo: primo tutti li Apostoli sora il coro vestiti con pianede di seda da preti; et era posto in loco di spaliere una peza di restagno d'oro; li pulpiti conzati di veludo cremesin rechamati d'oro atorno justa il solito, che fue di la tenda fu fata per il serenissimo missier Cristofal Moro doxe, quando andò in galia tempore Cruciatæ; il coro era conzato atorno l'altar grando con li pani d'oro di la chiexia che li Doxi apresentano a San Marco; sopra l'altar aperta la palla d'oro fornita di zoie di grandissimo precio, et di sopra li ferri di dita capella erano poste le do roxe che Sixto et Alexandro VI mandono a donar a la Signoria nostra; e sopra l'altar San Marco d'arzento, con le † et candelieri d'arzento con zoie belissimi, et la corona noviter trovata in la procuratia, nè altre zoie di San Marcho non fu poste, come si suol meter di la Sensa, videlicet li petti, corone, carboni, lioncorni etc., per non esser solito in tal zorno meter alcuna cossa, perchè hessendo poste, li procuratori di la chiexia è ubligati sentar lì apresso a custodia de dite zoie, et hora anderano con la Signoria in processione.  Dove sentava il Principe, era conzato di campo d'oro la chariega, et dove se inzenochiava, ch'è avanti l'altar di San Climente, dove è solito di star li principi con li oratori quando si fa tal processione.  La chiexia era piena di banche di done e altre persone.  Et cussì reduti li patricii in palazzo, el Serenissimo Principe vene in chiexia et fu honorifice et benissimo acompagnato come dirò di soto, et zonto, subito fu comenzato la messa solenne per il reverendissimo domino Antonio Contarini patriarcha di Veniexia nostro, con gran cerimonie et soni et canti, et compita, fu dato principio a intrar in chiexia la processione.  Qual, justa il consueto, introe in chiesia la prima Scuola che prima era zonta in piaza, et intrava in choro passando davanti il Principe, ussendo fuora andava atorno la piaza di San Marco, dando principio a la porta dil palazzo.  La qual processione fu honorifica et degna è di farne memoria, e fata con gran contento e jubillo di questa terra; però quivi faro mentione dil modo. . . .

[Description of the scuole grandi in procession follows.]

Col. 134:

Poi la Scuola di San Rocho, qual, poi li dopieri doradi et il Crocefixo, perchè dita Scuola non porta penello, fo portata una umbrela soto la qual su uno solareto era uno tabernaculo con il deo di San Rocho, che la dita Scuola à il suo corpo et se mostra ad ogni uno, et erano 4 ancone greche d'arzento et di musaicho; et poi vene una altra umbrella soto la qual pur uno solareto in uno tabernaculo era . . . . . . poi fo portato da Batudi una corba grande torniata di raso cremexin, piena di arzenti a refuso di gran peso, zoè confetiere, ramini, bazili e tal arzenti; poi fo portato uno vaso d'arzento, con uno homo e cavallo pur d'arzento suso, con lettere che diceva Zuan Paulo Baion; poi veneno do altre corbe pur piene d'arzenti, demum li anzoleti con arzenti in mano a do a do numero 28; poi fo portate do belissime casselete adornate de arzento assa' grande a la paresina; poi do cape grande d'arzento con do cocodrili dentro, poi era a piedi uno vestito da la justicia con la spada et le balanze in mano di arzento; poi fo portato uno San Rocho grando di legno come il natural, vestito con il mantelo d'oro e con l'anzolo davanti; poi fo portato da Batudi alcuni bazili grandi numero 6; poi trombe et uno soler sopra el qual era San Marco sentato vestito di Apostolo, et una dona davanti vestita la qual era Venetia, et pareva con una colombina, qual havia uno breve in bocha in forma dil Spirito Santo, et dito breve diceva cussì: "vidi lachrimas tuas" et Venetia havia uno altro breve che diceva: "gratias tibi ago quia ostendisti mihi omnia" et San Marco havia uno altro breve che diceva verso Venetia confortandola: "Ne timeas a facie corum, quia ego tecum sum".  Sopra dito caro crano do fanciule, overo anzile.  Una era la Pace, la qual havia questo breve: "pacem Deus reddidit", l'altra, la Misericordia, e il suo breve diceva: "misericordia Domini plena est terra".  Et avanti dito soler era portato una bandiera dorada con San Marco suso, in segno questo era Venetia. . . .

Cols. 141–42:

Et in questo mezo, hessendo ussito di chiexia il Principe, sonando campanò de more a San Marco, et zonto a la Piera dil Bando dove si suol publichar tal lige, prima sonato assa' trombe e trombe di bataja, poi cessate, per Baptista comandador ministral dil Zudegà di proprio fo publichata la liga, sicome per Gasparo di la Vedon secretario ducal li era dito, la copia di la qual sarà notata di soto.  Et compita con gran cridori: Viva missier San Marco, et soni di trombe e pifari e trazer di artellarie da li navilii erano in porto, et continuando il sonar a San Marco, veneno a torno seguendo la processione zoè: 20 comandadori tutti con li mantelli biavi e barete rosse con San Marchi in capo; poi li donzeli dil Principe e li capetanii avanti e la fameia dil Legato, e poi assa' trombe di bataia e tromboni; poi li secretarii ducali tutti, tra li qual era Tuzo vestito di scarlato e becheto di veludo negro, e li tre principal sier Zuan Jacomo di Michieli, Gasparo di la Vedoa e Thomà di Freschi; ma avanti erano li cantori di San Marco vestiti di rosso con cote in dosso, quali andavano cantando; poi le trombe dil Doxe et li pifari vestiti di scarlato; poi li calonegi con piviali bellissimi numero . . . et una umbrella con le maze d'arzento, di campo d'oro, soto la qual era una ancona over paxe di legno fornita di arzento, ne la qual è dil legno di la †, sopra il qual portatile erano do tabernaculi, in uno la spina di la corona di Cristo et in l'altro el deo di la Madalena, et do altre croxete pur di legno di la [cross symbol] dentro adornate d'oro e d'arzento; poi li preti et canonici aparati con piviali portavano le infrascripte reliquie trate pur dil santuario zoè: in uno tabernaculo il deo di San Marco, in l'altro l'anello di San Marco che dete a uno pescador, poi in una scatola d'arzento è dil sangue di Cristo in bombaso in una ampoleta, e non è quello si mostra il venere santo di note e la vezilia di la Sensa sul pulpito in chiexia di San Marco. . . .

Col. 144:

Fo comenzata la processione a hore 16 et compita a hore 21,1 et con gran jubillo e leticia di tutta la terra, et a confusion di rebelli.

Reference

1. This would be from approximately 9:30 a.m. to 2:30 p.m. in modern time.  Venetian time in the 16th century was calculated on a 24-hour clock from sunset.  On October 20, noon would have been approximately 18:30 hours and "hore 16" about 9:30 a.m.  See Michael Talbot, "Ore Italiane: The Reckoning of the Time of Day in Pre-Napoleonic Italy," Italian Studies, 40 (1985): 51–62, especially the conversion table on p. 60 and Appendix II, where adjustments for the pre-1582 Julian calendar are described."

Return to note 177.

Return to note 188.

Return to note 396.

Return to note 397.

Return to note 404.

Return to note 406.

Return to note 407.