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Volume 8 (2002) No. 1

Jeffrey Kurtzman and Linda Maria Koldau

Trombe, Trombe d'argento, Trombe squarciate, Tromboni, and Pifferi in Venetian Processions and Ceremonies of the Sixteenth and Seventeenth Centuries

Document 39: Summary of a letter describing a sumptuous banquet in Rome at the palace of the Venetian Cardinal Marco Grimani, March 16, 1505.  From Marino Sanuto, I Diarii, 6, cols. 171–75.

Luni, a dì 5 mazo fo concistorio publico per l'audientia a li oratori di la illustrissima Signoria, la quale da la santità dil nostro signor li fu data con summa et benigna gratitudine.  Et oravit dominus Hieronymus Donato, doctor, sapientissime, et deteno la obedientia, come è il consueto.  Poi se partirono, con el reverendissimo cardinal Grimani, di palazo, e acompagnati tutti da tutta la sua fameglia, honorevelmente vestiti, e non da coroto, come usavano per la morte di la madre, ma tutti ornatamente vestiti di veluto et veste paonaze e di scarlato, et veneno al suo pallazo, dove a l'intrare era prima:

La porta in capo la schala era ornatissima di festoni antiqui, arme dil pontifice, et arme dil cardinal, con molti San Marchi de oro e colori fini, con tanti trombeti, pifari, e tamburlini et grandissimo numero, et con tanto cridar: Marco, Marco, et Grimani, Grimani, che tutto il mondo parea risonar di alegreza.  E intrati ne la corte, ch'è spatiosa e granda, la qual era adornata di bellissimi razi a figure, festoni antiqui, et arme, et san Marchi, ch'era bellissimo a veder.

A l'intrare di la prima sala, la porta similiter ornatissima, e la sala, di bellissimi razi a verdure, conzi a quadroni, con colone bianche lavorate, con capitelli e basse a l'anticha, fra uno quadron e l'altro, e sopra ditte colone; sotto li travi una arma dil papa e una arma dil cardinal e uno san Marcho grande, tutte benissimo lavorate d'oro e di collori fini; e a basso, intorno ditta sala, tavole tutte per ordine preparate benissimo.

A l'intrar di la seconda sala trovarono la porta, chome l'altre adornata, e havea una grande e spatiosa antiporta di bellissimo campo d'oro, e la sala aparata di bellissimi razi a figure; e in capo di quella una credenza grande et ornatissima de molti vasi d'oro et de arzento grandissimi, e di diverse foze, e nobelmente lavorati a l'anticha, sì di forme, come de fogliami di relievo e de taglio, in grandissima quantità, che da molte persone furon stimate da 15 in 20 milia ducati.

Poi, a presso a ditta credenza, era un'altra credenza di taze, scudele e scudelini e tondi d'oro e d'arzento, e altri arzenti menuti da adoperar a lo pasto a tutte imbandisone, oltra li sopraditti di la credenza grande; e chi scrive fu deputato al governo di tutti arzenti, sì de oro come arzento.

A l' insir de ditta sala, per intrar in la camera dil reverendissimo cardinal, era a la porta una portera di veluto paonazo in doi peli, rechamata d'oro a lavori antiqui con l'arma sua; et soa signoria menò tuti oratori in ditta camera, oranta di panno paonazo per lo coroto, e li mostrò a presso a quella la sua libraria, fornita di grandissima quantità di libri bellissimi, et de gran copia de figure de marmoro, et molte altre cosse antiche, tutte trovate a la sua vigna, sotto terra, cavando per la fabricha dil palazo, che 'l fa edifichare in essa.

Da poi, viste tute queste cosse, el reverendissimo cardinal, con li oratori, vene fuora in ditta prima sala, et a sonni di trombeti, pifari et tamburini, fu data aqua ruosa e di lavanda a le mane, con bazili e ramini d'oro e d'arzento, a 74 persone, che furono a tavola, computati li oratori, et altri zentilhomeni che erano con lhoro.  I quali tutti, secondo suo grado, per hordine posti a tavola el reverendissimo in capo di la prima tavola, su una cariega di veluto paonazo, et li oratori, con alcuni altri zentilhomeni, su cariege, chi di panno d'oro, chi di cremesin, et chi di veluto paonazo o verde, e d'altri colori, con franzoni tutte e pomi d'oro nobelmente lavorati de fogliami e frisi scolpiti; et tutti ditti pomi à forma di vasi antiqui et altre diverse et nobel foze.

Data l'aqua a le mane, e tutti sentati a tavola, missier Zuan Bolognese, camerier e schalcho secreto dil cardinal, che ordinò et apresentò ditto pasto et la prima bandison, mandò, su tondi d'oro e d'arzento, confetione damaschine, zoè zuchate, zedri, limoni e pere; moschatelle, con fiori e ruose molto galante, con malvasia moschatella; e sonno accompagnati con piffari e trombeti.

Poi 18 confetiere d'oro e de arzento, con 74 pignochate dorate e soi biscotelli, accompagnate con tamburini et arpe.

Poi capi di late, con zucharo et aqua ruosa, in taze, a tutti li oratori, una taza per uno, et tutti gli altri a dui per taza, acompagnate da una suave musicha, la qual durò fin al levar de le fritole de fior sanbucho, con zucharo et aqua ruosa, e fiori e ruose, che fo portate similiter in 18 piati d'oro e d'arzento.

Poi 18 piate de suppe de duca, con animelle e teste di capreto dorate, zaschun con la sua bandirola d'oro con San Marcho et arme dil cardinal, acompagnate a son di trombe squarzate.

Poi 74 taze di pollastri, fatti a la chatelana, a una taza per persona, portate in tavola con soe similiter bandirole, a son de arpe, cimbali et violete.

Poi 18 piati de arosto menuto, a quaie 10, pizoni 6 e polastri 6 per piato, con naranze garbe e ceriese in taza, con sapore de salsa bastarda, e vin San Severin dolze, acompagnati con un'altra excelente musica, la qual durò fin al levar di pastizi menuti in guazeto, che foron portati da poi lo arosto menuto, in scudele d'oro e d'arzento, a una scudela per persona.

Poi 18 piati de arosto mezano, a doi fasani e uno pavon per piato, tutti vestiti el collo e la coda de suo pene, et il petto a tutto dorato, con manestra fior de zenestra, e sapor salsa reale, acompagnati con certa sorte de buffoni, che di persona, bocha, ochij, naso et atti, tutti si contrafeva, et filava et feva molte altre bufonarie da rider; e tutti preditti piati ciaschum con sua bandirola.

Poi 18 piati de miraustro, a 8 pizoni per piato, con naranze dolze e vin bianco brusco, acompagnate da dui bufoni spagnoli, con zimbali d'arzento in man, che cantavano a l'improviso, l'uno a dasto di l'altro, et dicevano molte dilectevole cosse; e questo durò fin al levar dil rosto grosso, che fo piati 18, a lire 10 lonza de vedello, uno capreto, una spalla de chastrato, dui caponi e quatro polastri per piato, con sapore camellino, menestra de biselli freschi, e vino Grignano dolce.  Et durò ditte bufonarie fino al levar di le crostate, che l'uno e l'altro vene di poi el miraustro, con suo simile bandirole.

Poi piati 18 de alesso, a lire 10 di petto de vitello, lire 10 de castrato, mezo capreto, 4 caponi et 4 polastri per piato, con menestra de bianco manzar sfilato, limoni, salsa verde e vin San Severino brusco, con arpe e viole, sì questo alesso et tutti ditti piati, sì de l'uno como 18 piati di salumi dorati a meza summata, doe lengue e uno persuto per piato, che fo portati di poi ditto alesso; et tutti ditti piati, sì di l'uno como di l'altro, con suo simile bandirole.

Poi 18 piati de pastizi asutti, a pastizi tre per piato, con limoni batutti con zucharo e sale, con alcuni bufoni, che con atti, senza palla, veniano zucando a la palla, et deva e rebateva, segnava, perdeva e venceva le chaze, e fevan parole e questione insieme, l'è fallo, non è vero, l'è mia, non è vero, femol dire etc., come comunamente intervene a chi zoca daseno, con tanta galantaria del mondo; e tutti i piati con con [sic] suo simile bandirole.

Poi 18 piati di caponi coperti, a caponi 4 per piato, dui coperti di bianco con granati, e dui coperti di paonazi, con confeti bianchi folgnati, acompagnati con piati 18 di salzizoni bolognesi, tutti dorati, a 4 salzizoni per piato, et acompagnati da un bufon albanese, che se chiama Barleta, vestito tutto d'oro con uno suo tamburo fornito tutto d'arzento, et uno campagno, con una violeta, che sonoron alcuni canti soavi, dellicati et molto degni, tutte con simel bandirole.

Poi piati 18 de porcho zengiaro, caprioli e lepri, con la sua piparata, e ziascun con la sua simile bandirola, acompagnate con arpe e violete.

Poi taze 64 de zeladina dorata e vin Corso asutto, con un'altra musica, non men suave e degna de le altre, la qual seguitò fin al levar de 18 piati de torte de più colori, con fave fresche e carzoffi cotti e crudi, con piper e caso sardinale, im piati d'oro e d'arzento, che l'uno e l'altro furon portati di poi la zelladina, et zascuno con la sua simile bandirola, con fenochij freschi e fenochij zuchati su tondi d'oro e d'arzento.

Poi recotta batuta, con zucharo, aqua rosa e fiori de borazine, con dui putti vestiti da pastori, con zonchade in mano, et apresentole recitando alcuni versi in laude di la illustrissima Signoria, dil reverendissimo cardinal e di prefati oratori.

Poi 18 marzapani in 18 piatti d'oro e d'arzento, et altratanti piati d'oro e d'arzento con persege condite in zucharo, et zaschun piato con la sua bandirola dorata con ditte arme, acompagnate con una zentil morescha, ballata con summa galantaria.

Poi, levato uno mantile, fu data aqua rosa de levanda a le mane a son de pifari, trombeti et tamburini, e venne confeti menuti, che foron coriandoli da Palermo, canella zuchata dorata, seme di melon, andisi folignato, mandole e pignoli et storte, con lebia e dui compagni, che sonoron due viole grande da archeto, con grandissima suavità et gratitudine di tutti.

Scrita per Raynero di Fideli ad Alexandro Calzedonio.

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