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Volume 8 (2002) No. 1

Jeffrey Kurtzman and Linda Maria Koldau

Trombe, Trombe d'argento, Trombe squarciate, Tromboni, and Pifferi in Venetian Processions and Ceremonies of the Sixteenth and Seventeenth Centuries

Document 62: Description of the festivities surrounding the coronation of Zilia Dandola as Dogaressa, September 18, 1557. From Francesco Sansovino, Venetia, città nobilissima et singolare, descritta in XIIII. Libri . . . nella quale si contengono tutte le guerre passate, con l'attioni illustri di molti senatori, le vite de i principi, & gli scrittori Veneti del tempo loro, le chiese, fabriche, edifici, & palazzi publichi, & privati, le leggi, gli ordini, & gli usi antichi, & moderni, con altre cose appresso notabili, & degne di memoria; con aggiunta di tutte le cose notabili della stessa città, fatte, & occorse dall'Anno 1580, fino al presente 1663 da D. Giustiniano Martinioni . . . In Venetia, appresso Steffano Curti, MDCLXIII. (reprint ed., Venice: Filippi Editore, 1968), 410–15.

Fu anco ne tempi nostri condotta nel Ducal Palazzo la Principessa Zilia Dandola, dal Principe Lorenzo de Prioli suo consorte. Et percioche la festa fu molto celebre, & non veduta da più di cento anni in quà, onde si trovò con difficultà il modo, che osservarono gli antecessori in questa materia, ne piaciuto (quantunque possa parer ad alcuno impertinente in questo luogo) di metterla puntalmente con quell'ordine che si tenne allora, si come noi vedemmo, per diletto di chi verra dopò noi, leggendo spettacolo così bello, & honorato come fu quello. Ma si dee prima sapere che ne tempi andati fu instituito, che la Principessa & anco il Doge, dovessero nella loro creatione fare un convito all'arti, le quali erano tenute in quel caso a far segno di letitia con diverse dimostrationi.

L'anno adunque 1557. à 18. di Settembre, essendosi adunata la Signoria alle 20. hore1 nella Sala del Principe con 60. Senatori fra quali era Giovanni Cappello Cavaliero vestito d'oro, per esser padre d'un genero del Doge, andarono in trionfo secondo il consueto fino à pie del Campanile vicino alla Loggetta, nella quale erano gli Ambasciadori dell'Imperatore, del Duca di Savoia, & del Duca d'Urbino, & passarono dinanzi alla Beccaria, dove era stato fatto da i macellari, un bello arco con un volto grande per testa, coperta di tele bianche dipinte alla rustica di negro, nella cui faccia era un San Marco, & di sopra un poggio di colonelle finte, dove stavano appesi due gran Stendardi, & più sotto un festone per banda, & da lati vi erano dipinti due gran coltelli da macellari per insegna, & di sopra l'armi del Doge & della Duchessa, & venendo fino à basso, il pilastro era vestito della medesima tela alla rustica, dipinta a diversi fregi. & di fuori per le parti dinanzi & di dietro sopra i cantoni, vi erano le quattro virtù, & di dentro quattro giganti con spade & rotelle in mano, & nella sommità del volto, & di sopra al pilastro spoglie, & trofei con un breve che diceva viva San Marco.

L'arco di dentro era coperto di tapezarie a figure con una tela intorno con colonne finte alla rustica, & nel piano una tavola grande nel mezzo della facciata con bellissimo tapeto, & in terra un piano di tavole.

Passando adunque sotto l'arco, salirono in Bucintoro per un Ponte di legno fatto secondo il consueto su barche, & andarono alla casa di Hieronimo de Prioli Procurator di San Marco, & fratello del Doge, la quale è situata nella contrada di S. Barnaba sul canale, dove era un'apparato di tapezzarie d'oro, & di seta di estrema bellezza.

Salita la Scala, venne loro incontro la Principessa vestita alla Ducale di panno d'oro, con maniche larghe, con una sottana di broccato, & sn [recte su] la testa un velo bianchissimo di Candia che le copriva le spalle; sopra il quale era una diadema, ò berretta a guisa di corno dello stesso panno d'oro con un poco di piega. Et fatte le debite salutationi, le fù dato il giuramento dell'osservanza del suo capitolare. Et ciò fatto, ella donò incontanente a Consiglieri, per antico instituto, una borsa d'oro riccio, & un'altra al Cancellier Grande.

In tanto si cominciò in canale una ragatta di fisolare, la qual principiando dalla Chiesa di Santo Antonio, terminava al Palazzo de Foscari in volta di canale. & mentre che la ragatta correva, il canale era tutto pieno di palaschermi armati, sopra à quali danzavano à suono di piffari tutte l'arti che vi furono, fra i quali vi era il palaschermo de gli Orefici, che haveva con lui 14. gondole coperte di damasco cremisino.

In quel mezzo cominciarono ad arrivar dinanzi all'arco trionfale, tutti i Castaldi dell'arti co i loro compagni, dove di già stavano in ordinanza attorno alle rive da cento Tedeschi Alabardieri armati. Et essendo quelli smontati de i palaschermi, questi altri cominciarono à marchiare in ordinanza sotto all'arco, & gli altri à seguirli per piazza. La quale era coperta di panni bianchi con molti palchi eminenti, carichi di persone. Et venendo ciascuna arte in ordinanza, con gli stendardi spiegati, à suono di trombe, & di tamburi, & d'altri stromenti musici, co mazzieri inanzi: & con gli huomini più attempati à due à due vestiti di velluto, di damasco, & di raso alla lunga, si spiccò il Bucentoro dalla riva di S. Barnabà, nel cui ducal trono sedeva la Principessa, con la compagnia, che si dirà appresso: & giunta à San Marco, si spararono tante artigliarie, & code di ferro, che erano in Terra Nova, & dalla banda della Carità, che fu cosa horribile à sentire.

Vennero à smontare al Ponte, & all'arco sopradetto del macello, dove erano già passate tutte l'arti, quando cominciarono à comparire i Comandatori, ò Preconi, & gli Scudieri del Principe. Dopò i quali seguirono le gentildonne giovani à due à due, al numero di 235. vestite di raso, di damasco, & di tabino tutto bianco, ma tutte insieme adornate di perle d'estrema grossezza, & bellezza, con baveri, & concieri di varie maniere, tempestati di perle, & di gioie, di valuta inestimabile: fra le quali erano sei spose co i capelli distesi sopra le spalle filati d'oro. Dietro à queste vennero 21. matrona con veste negre, & con veli in capo, l'ultima delle quali fu la moglie di Vittorio Grimani Procurator di S. Marco, con vesta di raso negro, con maniche Ducali, per esser donna di Procuratore.

Dopò seguirono i Secretari col Cancellier Grande, & poi i due generi del Principe, i quali havevano in mezzo il figliuolo del Doge, vestito alla Ducale di cremisino. Et dopò costoro seguirono le sue due sorelle figliuole del Principe, separate dall'altre, perche fossero conosciute, vestite di velluto bianco soprariccio, l'una moglie di Antonio Morosino, l'altra di Pietro Cappello. Et presso à queste erano due puttini suoi nepoti: & poi veniva la Principessa in mezzo di due Consiglieri, che furono Antonio Giustiniano, & Marco Centani, col suo caudatario. Alla qual seguiva Mattheo Dandolo suo fratello, col manto d'oro da Cavaliero alla destra d'un Procuratore, si come anco andarono alla destra de i Senatori, tutti i parenti della Principessa.

Con quest'ordine giunsero alla porta grande di S. Marco, ch'era chiusa, accioche dalla gran calca il popolo non si affogasse, & aperta, lo gentildonne, che aspettavano à sedere all'intorno, entrarono, nel giugner della Duchessa. Incontro alla quale vennero i Canonici con la Croce: & dette alcune orationi, le diedero à baciare una pace: & condotta all'Altar grande cantando te Deum Laudamus, la Duchessa presentò loro una borsa con cento ducati. & fatta l'oratione, le portarono inanzi il Messale, sopra al quale giurò di nuovo alcune promessioni, & il Cavaliero del Doge disse alcune parole, che per lo strepito delle genti non furono udite. Et levatasi dall'Altare, uscirono tutti per la porta del Santuario, salendo per la Scala Foscara, per andare intorno, dove sono gli offici de i Magistrati, per mostrarsi à tutte l'arti della Città. Le quali erano compartite attorno al Palazzo in ciascuno officio, secondo che da i loro superiori era stato ordinato.

Ella fu incontrata alla prima dal Castaldo de Barbieri & compagni, i quali erano collocati in un'andito à mano sinistra à pie della Scala per mezzo l'officio chiamato dell'acque, in bocca dell'altro corridore, ch'era stroppato, posti à sedere à una tavola coperta con bellissimo tapeto, & con spalliere à brocca all'intorno: & le dissero queste parole, il Castaldo insieme con i compagni.

Sia ben venuta vostra Serenità. Noi Barbieri vostri fedeli servi, ci rallegriamo con lei, & la supplichiamo, che si degni di far carità con noi,

Mostrandole con mano la collatione preparata su la tavola di varie confettioni la quale fu mandata dal Principe à tutte l'arti alle 18. hore2 accompagnata da (trombe, da piffari, da tamburi, & da Violoni, in diversi pezzi d'argenti fra bacini, & piatti pieni di confettioni diverse, con fiaschi d'argento di vino rosso, & bianco) & ella rispondendo disse.

Siate li ben trovati, et gran mercè. Hora non fa bisogno, perche ci sentimo alquanto stanca. La faremo poi un'altra volta. Volemo passar più avanti, & visitar li altri.

Et essi soggionsero tutti lieti per l'humanità della Principessa.

Vostra Serenità ci habbia per raccomandati come suoi.

A quali ella tutta gioiosa, & quasi con bocca ridente disse.

Cosi faremo,

Et stette un poco guardando l'apparecchio.

Et con lieta cera procedendo più avanti, fù ricevuta dal Castaldo de gli Orefici, & compagni, con la medesima ceremonia.

Questi havevano il luogo loro per mezzo i Barbieri, & erano nella prima faccia del muro molti arazzi à figure finiss. fatto à quadri con fregi di diversi colori in prospettiva di gran veduta, & havevano in fronte una ricca credenza d'argenti per insegna, con diversi altri ornamenti tutti d'oro, & d'argento massiccio. Et spuntando ella il cantone, entrò nel lungo corridore, che guarda sopra la Piazza, il cui cielo era tutto coperto dall'un capo all'altro di una tela di color turchino stellata d'oro, & dalla parte di dentro era ornata di finissime arazzarie, & da quella di fuori di vaghissimi tapeti, & le colonne, & i poggi al numero di 136. erano parimente coperti al modo predetto: fuori che quattro colonne, che sono all'incontro dell'officio de i Signor di notte al Criminale: perche erano vestite sopra a i tapeti, di damasco cremisino: & sopra i poggi pendevano 26. stendardi cremisini & d'oro, con 12. insegne colorate di diverse divise, & à ciascun volto era il suo festone, con l'arme della Duchessa, & ogni arte haveva una musica di piffari, ò violoni. Voltandosi il cantonale à man sinistra dove è l'offitio del Petitione, fu ricevuta da i Sartori, i quali lo havevano ornato di belle tapezzarie, con la faccia del muro, di due panni di velluto cremisino con ritagli d'oro, & col cielo coperto di due panni scarlatti, stratagliati di panno giallo à fiori & fogliacce, con due armi nel mezzo. Et andando quattro passi inanzi, seguiva l'officio del Esaminatore, dove erano i Calzolai, & era acconcio di tapezzarie finissime fatte a figure, col cielo coperto di tele dipinte con alcune rose grandi fregiate d'oro. Et vi erano festoni per ornamento, con tapeti di seta damaschini Cimiscasati, & Caierini. Dentro nella prima faccia vi erano molti argenti.

Caminando più oltre, pervenne all'officio del Forestiero, dove stavano i Merciari, i quali lo havevano molto bene adobbato con tapezzarie di seta, con un velo coperto di broccato fatto à opere di varij colori. Et sopra all'arco della porta vi erano ricami d'oro, & di perle molto ricchi: & sopra una colonna un tapeto di seta verde contesto d'oro, con molti vaghissimi festoni per ornamento. Et dentro all'albergo si vedeva una credenza con molti pezzi d'argento, con un profumiere à pie de gli argenti, & intorno alle tapezzarie altri pezzi. Et due passi più inanzi fu incontrata da i Pellicciari ridotti in un picciolo andito fra l'officio del Forestiero, & quello del Mobile, il qual passa nell'altro corridore sopra la corte di Palazzo, che stava serrato, & adorno di tapezzarie, intorno al quale erano molti pezzi di vasi d'argento, & sopra la porta un panno di raso verde, & nel mezzo più à basso, l'agnello Pasqual per insegna.

Più inanzi fu ricevuta da i Calderari, che erano alloggiati nell'officio del Mobile, ornato con un cielo bianco fornito di stelle, & co i festoni alla porta, & da una parte di sopra vi erano due Verigole ò succhielli di rame intagliati, & uno in mezzo d'argento.

Più oltre stavano gli Armaruoli, posti nell'officio del Procuratore, vestito di razzi di seta, & d'oro à figure: col cielo de tela azurra stellato. Et dalla destra un rastello d'armi diverse, con una tavola piena d'argenti. Fu poi ricevuta da i Pittori posti nell'andito fra gli Auditori Nuovi & il Procuratore, ben fornito di razzi, con un panno di broccato per fregio, & nel mezzo un breve, che diceva Pictores, ornato di festoni con tavola carica d'argentaria. Ivi presso giunse da i Tintori, nell'officio de i Cathaveri ornato riccamente, con S. Iosafa loro Avocato nel mezzo. Scorrendo più inanzi, passato l'altro cantone, fu ricevuta da i testori di panni di seta, che stavano all'officio de Signori di Notte al Criminale, fornito di tapezzarie, & di ricchissimi panni di seta, con tavola piena anco ella d'argenti. Et sopra alla porta erano festoni, con tre panni di seta l'uno giallo, & l'altro d'oro, & il terzo di cremisino. Et più oltre trovò quattro arti unite cioè, Falegnami, Fabbri, Muratori, & Scarpellini, ridotti nella Sala del Piovego, ornata di ricchi arnesi, con quattro tavole una per arte, con molte confettioni in argenti. Et nelle faccie del muro vi erano dipinte le armi dell'arti loro per significato, & la porta ornata con festoni, con l'insegna della Principessa.

Fù parimente accolta da i Bombardieri, ch'erano nell'officio de gli Auditori Novissimi, addobbati riccamente, con la figure di S. Barbara loro protettrice. Et spuntando i due cantoni trovò gli Scorzatori di cuoi nell'officio del Proprio. Et nell'andito fu incontrata da i Panattieri che erano à mano sinistra all'incontro dell'offitio delle biade, con ricchi adornamenti per tutto. All'ultimo giunta à pie della Scala che porta in Gran Consiglio, fu accettata da i Vetriari, parimente copiosi di begli ornamenti di tapezzarie, & d'altri lavori. Et giunta nel Gran Salone fornito à Spalliere à brocche, vi fu posta à sedere nel Trono Ducale: & le sedevano all'intorno i Consiglieri, i Capi di Quaranta, Mattheo Dandolo, il Cavalier Cappello, & Pietro suo figliuolo vestito di raso cremisino, & dalla destra erano tutte le matrone.

Su le banche di sopra sedevano sopra alla porta grande, gli Avogadori, i Cavalieri, & altri Senatori, & così di mano in mano tutti i convitati del corpo del Pregadi. Erano levati parte de banchi del Consiglio, di maniera che la Sala libera faceva piazza nel mezzo ad ogniuno: havendo lasciato solamente una doppia mano di banche, sopra le quali stavano à sedere le gentildonne giovani, le quali non vi potendo capire, sedevano anco sopra due altri banchi in faccia dell'altre. Nel mezzo della Sala era nobilità & mascare in gran copia, di modo, che non vi era più luogo per capirvi. Presso al poggio, che guarda sul Canal grande, sopra uno eminente palco, i pifferi suonavano continouamente.

Oscuratosi il giorno, s'accesero 40. torcie, che pendevano dal cielo della Sala: & furono accesi per tutto il Palazzo altri lumi: & portati da gli huomini più nobili dell'arti, i quali furono posti in ordinanza con un piatto d'argento in mano per uno, al numero di 360. carichi di confetti, & composte. Costoro discesi in corte con 100. torcie accese, portate da giovani vestiti de seta à due à due, con 25. gentilhuomini intorno co i bastoni in mano vestiti alla lunga di velluto negro per guardia, & inanzi co i mazzieri che facevano strada, con trombe, & tamburi, caminando intorno alla Corte, uscirono in Piazza dalla porta delle Biade, & vi fecero la mostra all'intorno, & ritornati in Palazzo à tre hore di notte3, giunsero in Consiglio, dove furono dispensate le colationi ad ogniuno. In Corte vi era una Piramide assai grande piena di fuoco artificiato, la qual accesa, fu cosa singolare à veder la furia de i raggi, & lo strepito del rimbombo, ch'ella fece, & durarono questi fuochi intorno à tre hore.

Finita la colatione si cominciò à danzare, & alle otto hore4 si cenò nella Sala del Pregadi con pompa reale: dopò la quale si ballò fino a dì chiaro. Il giorno seguente fino al terzo5 dopò mangiare, fu un concorso di popolo in Corte, cosi grande, che non vi si poteva capire. Et alle 18. hore6 vennero i macellari con Tori, & fecero la caccia in Palazzo, & per piazza fino à notte: & il simigliante il giorno seguente alla presenza della Principessa, & de suoi parenti, & nelle Loggie tutte l'arti ballavano al suono de i loro stromenti: & si corsero molte ragatte.

La mattina per tempo, & dopò mangiare ancora uscirono in ordinanza tutte l'arte armate con l'insegne & con gli stendardi spiegati, & co i tamburi, facendo la mostra per la Piazza, per Palazzo, & per la Città più volte. Et finalmente il giorno di San Mattheo,7 venuta la notte una gran pioggia, si ridussero à ballare in Palazzo fino à dì. Nel quale il Principe andato attorno visitando i Magistrati secondo il consueto, vide gli ornamenti dell'arti, & ringratiò i loro Castaldi, che li vennero incontro. I quali gli baciarono le mani ad uno ad uno, & partito il Principe, l'arti si partirono anco elle in ordinanza, andando ogni una alle sue contrade.

References

1. This would be approximately 2:30–2:40 p.m. in modern time. Venetian time in the late 16th century was calculated on a 24-hour clock from sunset. On September 18, noon would have been approximately 17:35 hours and "alle 20. hore" about 2:30–2:40 p.m. See Michael Talbot, "Ore Italiane: The Reckoning of the Time of Day in Pre-Napoleonic Italy," Italian Studies, 40 (1985): 51–62, especially the conversion table on p. 60 and Appendix II, where adjustments for the pre-1582 Julian calendar are described.

2. Approximately 12:30–12:40 p.m.

3. Since sunset occurred at approximately 6:00 p.m. on September 18, "tre hore di notte" would be approximately 9:00 p.m.

4. Approximately 2:00 a.m.

5. The office of Terce would have been at 9:00 a.m.

6. Approximately 12:30 p.m.

7. September 21.

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